Stagioni dell'anima I - Inverno, parte 1
Ben ritrovate e ritrovati
in questa che è la prima
condivisione di uno di
quattro progetti narrativi
fotografici in cui mi sono
esercitato a realizzare.
Ciò, oltre che per esercitarmi a
raccontare per immagini, anche
per raccogliere nuovi ritratti
con modelle di agenzia con cui
integrare e completare il mio
Portfoio da Ritrattista Fashion,
Beauty e Glamour.
Benvenuti quindi in
Le Stagioni dell’Anima - Inverno.
Questa prima fase dell’attuale
progetto è stato realizzato
nello studio e con gli strobi
della Bottega Immagine di
Milano.
Non ho intenzione di descrivere
il significato di questa serie di
immagini. sarebbe come spiegare
una barzelletta.
E tenete conto, anche, che
questa condivisione odierna
non è altro che l’inizio della
prima parte di una prima
sezione di racconti
fotografici che ho intenzione
di offrirvi nei mesi a venire.
Il quadro completo, quindi, lo
vedrete dipanarsi davanti ai
vostri occhi, di settimana in
settimana.
Posso però offrire delle chiavi
di lettura che, magari, possono
evitare fraintendimenti.
Iniziamo quindi con darvi
uno primo spunto per il
concetto di “anima” che un
agnostico anticlericale
come me, utilizza nella
presente narrazione.
Il secondo, e ultimo spunto,
per la migliore comprensione
della prima parte di racconto
è un testo di una canzone del
gruppo prog rock britannico
Yes, uscito nel 1980 nell’LP
intitolato Drama e la canzone
in questione si chiama “Run
Through the Light”.
Il testo è in inglese, ma per
chi non capisse la lingua
ci sono servizi di traduzione
che basta cercare sul web.
Questo è quanto per oggi,
ci vedremo la prossima
settimana con una nuova
sezione di racconto.
A presto!
Per Aspera ad Astra!
Portfolio Building IV - Il ritorno di Claudia
Ben ritrovate e ritrovati,
quest’oggi - come promesso - vi
riporto indietro all’estate 2019, una
altra vita lo so, quando immortalavo
nello studio dell’ottimo fotografo
Alessio Mapelli, la brava e
attraente Claudia Campani.
Per chi si fosse “collegato solo ora”,
ricordo che in questa fase sto tornando
sui vecchi modelshoot svolti a partire
dal giugno 2018 per cercare nuovi
ritratti che potrebbero entrare a far
parte della bozza del mio primo
Portfolio di Ritratto Fashion, Beauty
e Glamour
Qui vi propongo una sola immagine
che avevo già condiviso, (quella qui
sopra) ma l’ho rivista nel workflow
di sviluppo, le altre tre sono ritratti
che non avevo incluso nell’iniziale
selezione che avevo ricavato da
quel set.
Adesso, seguendo quanto scritto
domenica scorsa, mi affretto verso
il prossimo (e ultimo, spero) set
da cui ricavare immagini rivisitate
o nuove, per poi chiudere quanto
prima con le selezioni della
bozza.
Sperando di riuscire a ottenere gli
appuntamenti per le Letture verso
giugno e di arrivarci con le stampe
pronte per la visione.
Ma tutto questo lo vedremo insieme,
restando sintonizzati su queste pagine.
A presto!
Per Aspera ad Astra!
Sperimentando in studio con Sabrina - Highlits
Ben venute e venuti a tutti voi,
con un giorno di ritardo dovuto a varie vicende personali,
arrivo ora a condividere con voi la selezione di quelle che,
secondo me, sono le migliori immagini dello shooting
realizzato con Sabrina alla Bottega Immagine,
centro per la fotografia di Milano, e ivi assistito da
Stefano Bernardoni.
Ho deciso, quindi, di fare un collage delle migliori tre
foto per ognuna delle tre fasi del progetto qui presente.
Quelle che, se avessi realizzato lo stesso su commissione,
probabilmente invierei in agenzia in valutazione
(almeno, come prima scelta, dovrei comunque proporre
anche una seconda scelta in quel caso).
Essendo questo shooting, comunque, parte della
mia lunga costruzione del mio primo Portfolio,
però, non proporrò una seconda scelta di scatti,
tranquilli.
Oltre a ciò, vi presento qui un altro scatto che non
ho avuto tempo di ultimare prima dell’ultima
condivisione e che propongo qui, come “extra”.
Infine, eccovi quello che è uno studio
- una ipotesi - di possibile copertina per gli
account social di fc-photography.com.
Cosa ve ne appare?
Sarei curioso di avere responsi, se vi fa
piacere, darmene.
Con il presente salutiamo, per il momento,
l’ottima Sabrina, una splendida professionista
con cui sarò lietissimo di collaborare in futuro,
quando tante situazioni, sia a livello macro che micro,
si rassereneranno!
Vi mando i miei più calorosi saluti
e
Per Aspera ad Astra et
Ad Majora!
Sperimentando in studio con Sabrina, parte IIIc
Benvenute e benvenuti a questa ultima parte del mio
modelshoot con l’ottima Sabrina, realizzato
lo scorso settembre alla
Bottega Immagine, centro per la Fotografia in Milano,
con l’aiuto sul set di Stefano Bernardoni.
In questa ultima fase del presente progetto la
sperimentazione in atto riguarda un uso più
creativo dello schema di luci Clamshell
sino ad allora eseguito.
Invece di un uso frontale di quelle luci, infatti,
stavolta ho voluto provato - su ispirazione
del fotografo Peter Coulson - ad usarle
invece come luci laterali.
L’effetto, come spero potete notare pure voi,
accentua le forme del soggetto in modo,
personalmente, trovo gradevole e che
di certo utilizzerò di nuovo in prossime
occasioni.
Altra sperimentazione qui in atto è il
cogliere la modella in movimento,
a diaframma bello chiuso.
Questo per dare dimostrazione che il
corpo macchina, anche se dotato
di appena 4,5 frame al secondo di raffica
e che non disponga del miglior Tracking
Autofocus del panorama, è ancora
capace di seguire il movimento, senza
perdere in dettaglio e definizione.
Spesso, difatti, quel che viene detto su
un corpo macchina, un obiettivo
o un brand, non è sempre derivato da
esperienza diretta e aggiornata
nel tempo. La Fotografia, dopotutto, è
divenuto da anni un modo creativo
“democratizzato dalla tecnologia” e
ci sono tante, troppe, persone che
fanno solo confusione.
La Fotografia, vera, è una Arte pratica,
non conosce dogmi indiscutibili e leggi
incontrovertibili.
Si può raccogliere Bellezza, oggi giorno,
con qualsiasi corpo macchina e obiettivo
moderno o vintage che sia.
E questo è stato quanto,
il mio lavoro con l’incantevole Sabrina
è ultimato.
Sperando sia stato di vostro gradimento,
vi invito al prossimo lunedì per le Highlits
dell’intero shooting.
A presto, quindi,
e
Ad Majora!
Sperimentando in studio con Sabrina, parte IIIb
Ben tornate e tornati,
a questo lunedì di condivisione degli scatti
realizzati a inizio settembre 2020 alla
Bottega Immagine di Milano,
con la bravissima e stupenda Sabrina e
coadiuvato in set da Stefano Bernardoni.
Qui siamo alla sperimentazione dello schema di
luce Clamshell, usata come luce laterale
- la quale appaga di più il mio occhio rispetto
alle parti precedenti di questo shooting.
La luce modella meglio i volumi e, mi
sembra, rende una maggiore tridimensionalità.
Naturalmente, qui sperimento anche la reda del
Pentax D-FA* HD 50mm f 1.4 AW a diaframma
tutto chiuso. Non so voi, ma io non ho denotato
alcuna perdita di dettaglio, non dove conta,
almeno.
Sperando che questi scatti di oggi siano di
vostro gradimento, annuncio che c’è ancora un
post mancante (direi, senza falsa modestia, in
crescendo)
per la prossima settimana, prima di riassumere
in una selezione gli scatti migliori da questo mio
ultimo lavoro prima del secondo lock-down
lombardo.
Non mi rimane, quindi, che salutarvi e invitarvi
a esplorare di nuovo queste pagine lunedì
prossimo!
A presto e
Ad Majora!
Sperimentando in studio con Sabrina, parte IIIa
Benvenute e benvenuti, cari lettori,
in questo lunedì condivido in questo blog una prima parte degli scatti della terza fase del modelshhot con Sabrina, realizzato negli spazi di Bottega Immagine, centro fotografia Milano, con l’assistenza di Stefano Bernardoni.
Gli scatti qui condivisi e i successivi sono tutti realizzati a diaframmi parzialmente o del tutto chiusi del mio Pentax D-FA* HD 50mm f 1.4 AW, questo perché dovendo testare la resa dello stesso, trovo importante quanta diffrazione danno i diaframmi più chiusi. Normalmente è ben presente la morbidezza derivata dai diaframmi più chiusi, detta Diffrazione.
Sono lieto di poter affermare che questa recente ottica di Pentax non ha grossi problemi derivati dalla Diffrazione e quindi si presta assai bene per l’uso in studio.
A questo punto ero libero di badare anche agli altri aspetti dello shooting, soprattutto l’uso dello schema di luce Clamshell e di come meglio usarlo per meglio utilizzarlo per esaltare la bellezza di Sabrina.
Questo è quanto avete solo cominciato a vedere ora, e ancora di più vi mostrerò nelle prossimi parti di questo progetto fotografico.
A lunedì prossimo quindi,
per vederne ancora e sempre delle belle e per giungere
Ad Majora!
Sperimentando in studio con Sabrina, parte II
Ben trovate e trovati di nuovo,
questo lunedì vi presento la seconda parte degli scatti realizzati con Sabrina in settembre alla Bottega Immagine di Milano, con l’assistenza di Stefano Bernardoni.
In questa fase dello shooting abbiamo mantenuto lo stesso schema di illuminazione, detto clamshell lighting siamo però passati a una serie di ritratti stretti realizzati con il l’smc Pentax FA 100mm f 2.8 macro mentre Sabrina posava con su un paio di occhiali rossi che le avevo procurato io.
Una idea semplice che ho voluto approfondire a lungo, sia in orientamento verticale, o da ritratto che in quello orizzontale, da paesaggio.
Forse non è stato un procedere rigoroso. I miei maestri di Fotografia mi hanno detto più volte che in uno shooting o si fanno tutti gli scatti in verticale, o tutti in orizzontale. Perdonatemi, stavo esplorando la Luce, il contrasto di colori e la modella, nonché l’attrezzatura fotografica nuova o quasi.
E Sabrina interpretava, seduta sulla sedia a disposizione nello studio, da par suo, vale a dire da modella di agenzia ed ella dotata di una buona esperienza internazionale con fotografi di gran livello e da ogni parte del mondo.
Non si può chiedere di più, sinceramente.
Soprattutto in uno shooting molto sperimentale in cui provavo per la prima volta, o quasi, un po’ tutto. Un’esperienza, per me, appagante e che solo la Fotografia sa regalarmi.
Spero di aver reso grazia alla ottima Sabrina, e di avervi intrattenuto per questa breve corsa nella mia Fotografia creativa e sperimentale.
Un nuovo episodio di questo shooting arriverà lunedì prossimo, pertanto
vi saluto e vi rimando a presto!
Ad Majora!
Sperimentando in studio con Sabrina
Bentornate e bentornati a questo lunedì di condivisione dei miei progetti fotografici!
Oggi comincio a presentare in una prima di almeno tre parti, la sperimentazione su vari livelli realizzata insieme alla fantastica Sabrina alla Bottega Immagine di Milano, e con l’ausilio di Stefano Bernardoni che mi ha fatto da assistente di sala.
Questo shooting è assai complesso. In primo luogo nasce per sperimentare il mio nuovo Pentax D-FA* HD 50mm f 1.4 AW, di cui volevo testare la resa a diaframmi medi e da tutto chiuso. Poi volevo provare lo schema di luce clamshell lighting per come l’ho visto usare e spiegare (nei mesi di lockdown) dal fotografo internazionale Peter Coulson. Terzo, da anni seguivo ed ero in contatto con Sabrina e speravo da tempo di poterla fotografare, quando ho visto sui social che si proponeva per collaborazioni, non ho perso tempo a contattarla.
L’organizzazione quindi del presente progetto è passata attraverso la produzione di un moodboard da sottoporre alla modella, il pensare a quale studio fotografico avrebbe fornito lo spazio e le luci adatte a questa sperimentazione, contattare Stefano - mio maestro in diverse occasioni durante tanti dei corsi che ho seguito alla Bottega Immagine - e procurare quanto dell’outfit e degli accessori che vedrete indossare in questo shooting.
In questo progetto vedrete scatti realizzati con il su citato 50mm f 1.4 *, ma anche con l’altro obiettivo dotato di AutoFocus (AF) che ho preso per la mia K1, cioè l’smc Pentax 100mm f 2.4 Macro, di cui vedrete i risultati la prossima settimana. Ciò perché, comunque, una volta che c’era da immaginare un progetto, non ho ritenuto di poter fare tutto con la sola ottica normale. Volevo poter fare dei ritratti stretti, non solo mezze e intere figure.
Come idea generale per questo progetto, beh, la vedrete dispiegarsi con gli scatti che condividerò, posso anticipare per ora solo che era mia intenzione giocare con le forme, quanto con i colori, oltre che con le espressioni e il tutto che può dare un Feel, oltre che un Look.
Sono stato felicissimo di sperimentare al momento di fare gli scatti, di collaborare nel luogo ove mi sono formato per un paio di anni, per giunta con una delle modelle con cui ardevo di collaborare da più tempo, poi però è arrivato il momento di tornare a casa, scaricare le immagini sul computer e guardarle allo schermo. Chiedersi, poi, e ora come le sviluppo queste fotografie?
Si sa che progettare e scattare sono due parti del processo di creazione di un progetto fotografico ancora incompleto. L’editing ha la sua importanza e va realizzato consonamente all’obiettivo espressivo ricercato. Il fotografo da cui ho preso l’idea di quello schema di luci, solitamente converte in BN ed elabora con quei toni le sue immagini. Fra l’altro utilizzando Capture One in cui ha a disposizione uno strumento che nella suite Adobe che uso io non esiste. Ho pertanto fatto diversi esperimenti, applicando diversi workflow di sviluppo ai diversi scatti.
Voi quali di queste preferite?
Spero comunque che possiate apprezzare la mia ricerca e l’intento creativo sottostante.
Ci vedremo, comunque, la settimana prossima,
quando potrò mostrarvi la seconda parte di questo modelshoot.
A presto, quindi e
Ad Majora!
Claudia in Luce Naturale (fine shooting)
Ben trovati al nostro appuntamento del lunedì!
Oggi completo la condivisione degli scatti realizzati allo studio di Alessio Mapelli e fatti alla bella e brava alt model Claudia Campani.
Come fu, quindi, già per Sofia e Jelly, sfruttai anche in questa occasioni i grandi finestroni di cui quello studio è dotato.
Certo, lo spazio a disposizione in corrispondenza di quelle finestre non è tantissimo, quindi la ricerca dell’inquadratura è stata una sfida nella sfida.
Come dovrebbe essere chiaro oramai a chi mi segue, imporsi dei limiti, porta prima o poi a dei buoni frutti!
Non per niente, da sempre anche i fotografi professionisti, ogni tanto sentono il bisogno di lasciare a casa l’attrezzatura professionale, e imparare a scattare con qualche vecchia attrezzatura come una Holga, o comunque una vecchia macchina di altri e più ardui tempi.
Dopotutto, va così, “professionale” lo è il Fotografo che sa utilizzare al meglio l’attrezzatura di cui dispone e sa trarne risultati progettuali e comunicativi, al di là delle performance dell’autofocus, del video in 4k, e di altre scemenze che fanno tanto “Effetto Apple” nel mondo Fotografico, ingrassando tasche di costruttori di attrezzatura fotografica e assai meno le sterminate miriadi di entusiasti troppo focalizzati sulla tecnica da studiarsi come funziona il mercato.
Sempre sfruttando la Luce Naturale, ho a un certo punto voluto sperimentare anche su Claudia il soft look fornito dal Konica 40mm f 1.8 pancake, usato più che altro questa volta per il ritratto stretto.
Obiettivo di non semplice utilizzo, non posso negarlo, ma che mi sta dando di volta in volta le mie soddisfazioni!
Dopotutto, se c’è una fotografa di moda di stanza a New York, famosa per il look soft, come Vivienne Mok, che ottiene sfruttando tutto un corredo di filtri per obiettivi fatti a mano e in vari tipi di tessuto e trama, non vedo perché io - scarso in manualità fine - non possa sfruttare le caratteristiche di qualche vecchio obiettivo dei tempi passati, con caratteristiche scovate indagando la Storia degli obiettivi fotografici.
Inoltre, se un’immagine ottenuta con un dato effetto già in fase di scatto e senza l’uso di Photoshop, ha una Qualità di Immagine superiore, immagino che se questo effetto arriva senza l’utilizzo di filtri, ma per le caratteristiche intrinseche dell’ottica, beh, dovrebbe avere una Q.I. ancora maggiore.
In ogni caso,
siamo giunti alla fine di questo percorso di ricerca fotografica, in studio sia con luci artificiali che con Luce Naturale in compagnia dell’ottima Claudia. Spero che questo sia stato di vostro gradimento e vi posso rimandare alla prossima settimana, quando comincerò a condividere con voi un nuovo evento fotografico, realizzato a Torino.
A presto e
Ad Majora!
Secondo outfit con Claudia (@brokenmirror._)
Ben tornate e ben tornati!
Oggi condivido qui gli scatti realizzati allo studio di Alessio Mapelli con l’alt model Claudia Campani.
Gli scatti sono stati realizzati sempre con gli strobi, ma in una più piccola location di quello studio e l’idea lì era di sfruttare la sedia e le pose da seduta.
Potevo utilizzare lì solo il mio 35mm (il 35mm f 2.4 AL di Pentax) che mi risultava alquanto stretto, quando invece ero interessato a cogliere la figura intera della modella, cosa riuscitami solo alla fine.
Cosa che, secondo me, alla fine ha portato a dei buoni risultati (credo che questa foto qui su potrebbe entrare di diritto nel mio Portfolio, infatti).
Di sicuro avrei un qual certo bisogno di un obiettivo più ampio, per scattare in ambiti con poco spazio, magari il 21mm f 3,2 Limited e cambiare il mio attuale 35mm f 2.4 AL col rinnovato 35mm f 2.0 HD. Cosa che richiede investimento di soldi e, in merito a ciò, seguiranno disquisizioni in una prossima Panoramica da pubblicare quanto prima.
Per il resto,
spero che questo breve set ti sia piaciuto, o lettore e ti rimando al prossimo - assai più corposo. Anche perché torno al mio amore primigenio: gli scatti in Luce Naturale.
A presto quindi, e
Ad Majora!
Primo outfit con Claudia (@brokenmirror._)
Bentornate e bentornati su queste mie fotografiche pagine!
Oggi inizio a condividere con voi lo shooting svoltosi lo scorso luglio, sempre nello studio di Alessio Mapelli, con la bella e brava alt model Claudia Campani, che - per chi mi segue da qualche tempo potrebbe aver già notato - avevo già fotografato in passato e inserito nel mio Portfolio di scatto in studio in Bianco e Nero. Nello specifico la precedente esperienza risaliva al mio corso avanzato di Fotografia e faceva parte di un esercizio di ritratto in studio a tema floreale.
A distanza di anni, essendo sempre rimasti in contatto via social, ho quindi ho avuto modo di organizzare con lei una nuova sessione in studio.
Oramai conoscevo gli spazi e le attrezzature dello studio messo a disposizione dal buon Alessio, ciò non vuol dire che io non abbia ancora avuto voglia di sperimentare con varie pose, schemi di illuminazione e angoli di ripresa.
Avevamo già concordato insieme, ovviamente, gli outfit da provare ed è bastato poco per cominciare a sperimentare un po’ con lo spazio più ampio lì presente, con qualche posa.
E poi ancora…
Oltre a qualche sequenza con camminata.
Alla fine mi sono ritrovato con un sacco di scatti fra cui scegliere l’attuale sequenza - tenendo sempre conto che abbia anche un senso in se, cosa che spero di essere riuscito a fare.
Questo, sempre, perché va bene il Portfolio - il quale deve mostrare una varietà di soggetti, illuminazioni, tecniche e set - ma quel che conta maggiormente nel settore della Fotografia di Ritratto Moda è il saper raccontare con le immagini.
Secondo voi, in questo caso, ci sono riuscito? Mi interessa sinceramente saperlo ed eventuali critiche (costruttive) sono sempre bene accette!
Sperando che il presente episodio della mia costruenda carriera fotografica sia stata di vostro gradimento,
ardentemente vi saluto e vi rinvio al prossimo episodio.
A presto quindi e,
come sempre:
Ad Majora!
Secondo outfit con Jelly
Buon ritrovate/i!
Eccoci alla esposizione della seconda parte del modelshoot che ho svolto nello studio di Alessio Mapelli con la model Jelly.
In questo caso, come già fu per gli scatti realizzati con Sofia, ho portato la model a posare davanti alla ringlight a led, solo, il protagonista di questa sezione sarebbe stata il suo cappello e poco altro.
Essendo alquanto più debole la luce dei led rispetto a quella degli strobi, mi sono risolto - in fase di post produzione - per un look generale più contrastato del solito.
Cosa che, secondo me, ha esaltato i colori della modella e la cosa mi è apparsa giusta.
Non trovate pure voi?
Devo dire che Jelly ce l’ha messa tutta ed è stata brava a giocare con quel accessorio e questo non è che l’inizio, signore e signori.
Mi richiederà dei cambiamenti di struttura di questo sito, certo, ma vedrete che proseguendo verranno qui presentate immagini sempre più conturbanti.
Insomma, come ho sempre promesso, ne vedrete sempre più delle belle!
Alla prossima settimana e
Ad Majora!
Primo outfit con Jelly
Bentornate e bentornati sul mio umile blog fotografico,
oggi vi presento gli scatti risultanti dalla prima fase (primo outfit) delle prime fotografie realizzate nello studio di Alessio Mapelli alla alt model Jelly durante la medesima occasione in cui avevo già realizzato l’editorial precedente, con Sofia Paderi.
Come fu per il precedente editorial, quindi, ho iniziato a lavorare utilizzando le luci degli strobi, facendo posare la modella sulla sedia e cercando un alto contrasto.
Così, abbiamo cominciamo a metterci a lavoro sulle pose e le angolazioni di ripresa. Come si sa, in media succede quasi sempre che l’inizio di una sessione di scatto bisogna superare una prima fase di adattamento, presa di confidenza. A merito di miss Jelly, però, questa volta abbiamo iniziato subito forte e non posso che dirmi soddisfatto di questi iniziali scatti.
Si vede, penso, che Jelly sa posare naturalmente davanti alla macchina fotografica, non trovate?
Però, per quanto ci si stia divertendo, prima o poi arriva sempre il momento di andare oltre, darsi una mossa…
…e andarsi a cambiare per affrontare un’altra illuminazione e lavorare su nuove pose ed emozioni da trasmettere.
Così, mentre la nostra modella si va a cambiare io dichiaro qui conclusa l’esposizione del primo abito indossato dalla brava Jelly e vi do appuntamento a lunedì prossimo per un certo cambio di direzione.
Sperando con questo di avervi offerto una soddisfatta visione, vi rimando a presto, a cose sempre migliori, Ad Majora!
Secondi scatti con Sofia (@spicyroller_sg)
E rieccoci qui,
con un altro poco di scatti dall’editorial realizzato insieme alla modella Sofia (@spicyrollersg) nello studio del fotografo Alessio Mapelli (@alessio_mapelli).
Quindi, dove eravamo rimasti?
Dopo i primi scatti, appurato che gradivo più sperimentare con l’alto contrasto, mi sono via via liberato di una delle due luci a disposizione, sino ad approdare all’uso dell’anello di luci a led (Ringlight) che ho cominciato a utilizzare sul soggetto, tanto per vedere l’effetto che faceva.
Appurando così che, con la minore luce fornita dai led ero costretto ad aprire il diaframma, ho valutato che ciò fosse un vantaggio, aggiungendo così le sfumature al contrasto fra aree in luce e aree in ombra.
La cosa mi è piaciuta tanto da insistere su questa soluzione ancora,
ancora,
e ancora.
Fino a che non ho pensato bene di cambiare angolo di visuale, e per questo mi sono arrampicato su una scaletta lì' a disposizione in studio.
Per fortuna, per quanto inizialmente non mi sentissi sicurissimo sulla posizione, sono qui a redarre questo pezzo. L’esperimento comunque, a mio sicuramente sindacabile giudizio, ha dato buoni frutti.
Non trovate anche voi?
Questo, per oggi, è tutto quanto possa mostrarvi, ma lunedì prossimo completerò la condivisione di questo editorial con gli ultimi esperimenti, anche con un ritorno dei miei esperimenti in Luce Naturale.
(Ve l’avevo detto che mi ero divertito molto in questa occasione, no?)
A presto, quindi e
Ad Majora!
Primi scatti con Sofia
Bentornate e bentoranti!
Oggi inizio a mostrare i primi scatti sviluppati da un editorial che ho svolto con Sofia (@spicyroller_sg) e un’altra modella che presenterò più avanti, nello studio fotografico di Alessio Mapelli (@alessio_mapelli) qualche settimana fa.
Ho scelto di fare questo editoriale in studio perché un Portfolio che deve andare valutato dalle agenzie deve essere vario e dimostrare che il suo autore si sa destreggiare in varie situazioni. Quella in studio, con strobi, non poteva mancare quindi.
Naturalmente questo non vuol dire che ci si deve snaturare o fare qualcosa che non piace. Certamente, io continuo a prediligere la ricerca dell’immagine illuminata dalla Luce Naturale, però in quello studio attrezzato mi sono trovato a esplorare, sperimentare, come un bambino alla sua prima visita in una antica sala giochi (per chi ha presente, quelle con le vecchie cabine con giochi arcade come Dragon’s Lair e Space Age). I miei più sinceri ringraziamenti ad Alessio per avermi supportato e guidato nel suo studio!
Possibile è anche trovare una proprio continuità stilistica, anche attraverso diverse situazioni di illuminazione. Anzi, è auspicabile che ciò sia, o diventi presto, se si vuole provare a lavorare con i Brand.
Ringrazio tanto la brava Sofia per aver collaborato con me ed essere stata così professionale e capace di dare il massimo.
Questo non è che solo il primo appuntamento di una lunga serie di post, in cui passeremo dal Fashion al Glamour! Attendetevene quindi delle belle e alla prossima!
Ad Majora!
Un model shooting in studio (Panoramiche #10)
Premessa
In piena funzione, come è, la mia attività di ritrattista con vari incontri, avventure, contrattempi, la mia mente attualmente è un turbine trottolante. Avevo inizialmente grandi progetti in mente, ma di lunga e complicata esecuzione.
Al fine di portarvi in tempi più brevi possibile una nuova panoramica, ho dato un taglio a quanto prima ipotizzato. Quello che, quindi, posso proporvi è la narrazione a stralci dell’ultimo shooting che ho fatto – domenica scorsa – in uno studio fotografico sito in un paese qua vicino, con gli strobi[1], fondali, modelle professioniste e dei fotografi con cui ho scattato.
Questo, nelle mie speranze, dovrebbe offrire una sintetica suggestione sul mondo della Fotografia di Ritratto, in cui mi trovo a far pratica.
I contatti con la modella
Avevo contattato Sofia (@spicyroller_sg) già durante lo scorso maggembre[2]. L’idea che le avevo proposto – dopo aver visionato il suo profilo Instagram – era di scattare al Parco di Monza, in Luce Naturale, ritratto stretto e figura intera in contesto floreale. Eravamo rimasti per aggiornarci verso metà di giugno.
Benissimo, inizio a scattare con altre ragazze, sino al giorno convenuto del contatto. Contrariamente ad altre persone con cui avrei dovuto scattare, Sofia ha risposto prontamente, mi ha proposto però un cambio di programma: non più scatti in ambiente naturale, ma in uno studio non lontano da casa mia, con un’altra modella e in un model sharing, a un costo un po’ più basso di quello convenuto inizialmente.
“Ma potrò gestire le luci e il set?” le chiedo “Altrimenti, se l’occasione è un model sharing, non lo so quanto mi possa servire al fine del mio Portfolio, e non ho soldi da buttare” E lei mi ha rinviato a parlarne con il titolare dello studio che organizza l’evento, Alessio (@alessio_mapelli). Il quale mi riconforta, dopo che ho a lui spiegato cosa cercavo di realizzare e perché. Questo a patto che fossi riuscito a convincere gli altri partecipanti l’evento.
Alla fin fine il luogo era vicino casa, il costo un po’ minore, avere anche scatti realizzati in studio con luce artificiale per il mio Portfolio possono essere un plus, e al limite a me sarebbe bastata anche una sola la prima ora con Sofia (con la quale ci accordiamo anche per l’outfit nel frattempo) e il resto dello shooting, così, anche tanto per. L’importante è portare a casa degli scatti all’altezza.
Fu così che accettai.
Il giorno dello shooting – tre magliette nere all’ingresso dello studio
Una domenica di questo mese. Luminosa e calda, ma non troppo, arrivo allo studio, maglietta nera e borsa fotografica carica. Lì davanti incontro un’altra maglietta nera e zaino fotografico: un compagno di corso, che aveva già suonato al campanello, così arrivo giusto giusto in tempo per vedere aprire il titolare dello studio, anche lui in maglietta nera.
Che volete farci, in studio è prassi vestire così. Nei progetti complessi, con una numerosa crew di diverse figure professionali, questo almeno aiuta a riconoscere chi è il “commander in chief” – o almeno penso che questo sia il motivo.
Entriamo in uno studio vuoto di persone.
Siamo solo noi a scattare? Chiedo.
Sì, mi risponde Alessio.
Mi sento riconfortato. I partecipanti sono due, e anche le modelle sono due, non ci saremmo intralciati.
Alessio: Venite, vi faccio vedere gli ambienti, l’attrezzatura.
E io, poco dopo: Uh? E queste belle finestrone qua? Hai mai pensato di utilizzato di usarle?
No, veramente no. Ecco qua, questi sono i flash, lo sfondo qui è nero, lì è color nero.
‘Peccato per la finestra’, penso dentro di me ‘comunque vedrò di farci qualcosa’.
Quattro chiacchere fra tre fotografi creativi.
1. Ero a questo modelsharing di nudo con modella super. Mi presento ai fotografi organizzatori e chiedo di scattare per primo e di gestire posa e luci come dico io. I due si incuriosiscono e mi lasciano fare. Io dirigo la modella che si aspetta il solito MdF[3], ma le faccio subito cambiare idea indicandole come posa questo e quest’altro. Faccio mettere due luci strip in alto e di lato, così le illumino il profilo solo ai lati. Quando ottengo lo scatto che voglio, chiudo tutto e me ne vado. I due fotografi mi fermano e mi chiedono il contatto.
2. L’altro giorno ho dato un’occhiata alla nuova ML di Canon. Non so cosa pensarci, ma gli adattatori sono fighi. Ne hanno uno in cui è possibile inserire un filtro. Certo, non è un formato standard e quindi deve essere per forza Canon. Gli ho chiesto quello più economico che avevano. “Per farci cosa?” mi chiedono. “Perché lo voglio rompere” rispondo. “Ma perché lo vuole rompere?” “Eeeeh, sono fatti miei…”
3. S’è per questo io ho un fungo che sta crescendo nel mio 135mm. Quando l’ho scoperto ho temuto di dover buttare l’obiettivo, ma poi ho imparato a sfruttarlo e me lo sono tenuto. Oplà: vi presento il mio fungo. Dico, mostrando uno scatto particolare dal suo account Instagram.
2. Quindi lo stai sfruttando creativamente! Bene! Beh, siamo fatti così: rompiamo filtri…
3. E coltiviamo funghi negli obiettivi.
La fase dello shooting, con Sofia e Jelly
All’inizio:
Io. Vediamo se funziona il trigger? Ho avuto problemi in passato con flash tempo fa.
Monto, controllo, va.
Davanti al primo set con strobi. Comincio a fare i primi scatti.
‘Mazza come sono piatte ste foto!’ Mi dico controllando i primi scatti dallo schermo posteriore della mia K3ii. Aspè, com’è che si cambia la potenza dei flash?
Mi viene spiegato. Do una differenza di alcuni stop fra i due strobi posizionati in uno schema a farfalla.
‘Ah, adesso cominciamo a ragionare’.
In medias res:
‘Senti va, spegnamone uno e uso solo l’altro’.
Sì, cara, proviamo questa posa e io… vediamo, uh cos’è quella, una scala?
Eh, sì. Mi conferma Alessio, sempre presente ad aiutare quando c’è bisogno.
Fico, voglio provarla!
Rivolto alla modella: Allora dov’eravamo rimast… ooops, vediamo di non cascare di testa da questo trabiccolo.
Bella così, ora su il mento e guarda in distanza.
Alla fine dello shooting:
Davanti a uno dei finestroni con vetro zigrinato e rivolto alla modella:
Ora proviamo a usare la Luce Naturale, userò questo vecchio Konica 40 1.8, che a tutta apertura fa effetto Soft Focus, la qual cosa complica la messa a fuoco, ma il risultato… uh!
Così, stupenda! Guarda verso la luce. La spalla tienila rilassata, giù. Potresti abbassare la spallina?
Ancora un poco… ancora un poco… ecco, fatta!
Avvicinandomi a lei tenendo la macchina fotografica con lo schermo rivolto alla modella.
Visto che bell’effetto? Non sembra male, vero?
Conclusioni
Ed ecco quanto. Oltre all’esperienza di questo particolare shooting, al divertimento e al piacere che ho provato usando spazi e attrezzature come un grande centro di ricerche d’immagini personale, esperienza che sicuramente non posso non definire come positiva[4], vale qui la mia idea per cui: almeno nel settore del Ritratto (nelle sue varie fattispecie preso), il fattore tecnico, la spinta verso l’assoluta qualità d’immagine, viene dopo l’inventiva e la ricerca di un proprio stile, unico, di scatto. E miglia su miglia dopo la capacità di raccontare storie per immagini.
Vedete, potete sicuramente trovare, essendo questa anche mia esperienza personale, quell’annuncio di lavoro da studio fotografico, che richiede come precondizione di accettazione al colloquio di lavoro, il possesso di un qualche costoso corpo macchina Full Frame, con ottiche e altra attrezzatura.
Non mancano, anzi, abbondano le torme di amatori ed entusiasti della Fotografia che non faranno altro che blaterare di Gamma Dinamica, Profondità di Campo, Assenza di Rumore agli Alti Iso, e altre tecnicalità.
Qui no,
qui si possono disegnare solo i profili delle modelle con un paio di luci, si possono usare filtri in vario modo rovinati, o anche “coltivare funghi” in un obiettivo (e usare quelli degli anni ’50, ’60, ’70, mettendo a fuoco in manuale, e usare attrezzi da cucina, e tutto quello che la mente umana può inventarsi), per creare storie dal look diverso dal solito, emozionanti, riconoscibili.
Hic sunt creatores.
Ad Majora!
[1] Flash da studio, mediamente più grandi e potenti di quelli detti “a slitta” e di più comune uso.
[2] Dicasi con questo neologismo, quello strano mese di freddo e pioggia continua.
[3] Abbreviazione universalmente nota per “Morti di Figa”, quel sostanzioso numero di fotografi, cioè, che presenziano ai modelsharing con l’unico intento di ammirare da vicino il corpo della modella.
[4] E di cui avrò modo di parlare più approfonditamente quando verrà il momento di mostrare la selezione, editata, degli scatti realizzati quel giorno a Sofia (@spicyroller_sg) e a Jelly (@jelly_suicide_).